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Il ponderoso romanzo d’esordio di Mariam Petrosjan, giovane grafica e cartoonist armena, che è stato presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino, ha conquistato in Russia un enorme consenso di pubblico e critica, diventando in breve tempo un caso letterario. Alla stesura del romanzo l’autrice, che all’inizio aveva quasi la stessa età dei suoi personaggi, ha lavorato per dieci anni, disegnando, prima ancora di descriverli, i protagonisti della sua storia. Una storia corale che si dipana nella Casa, un edificio grigio e anonimo nei sobborghi di un’anonima città, che ospita bambini speciali, con handicap fisici e psicologici, o semplicemente ritenuti pericolosi e difficili e abbandonati o respinti dai genitori.
Tutti i ragazzi hanno un soprannome che li identifica e ne mette a nudo l’individualità (Lord, Sfinge, Strega, Sciacallo, ecc.) e si dividono in gruppi, spesso in conflitto tra loro. La loro vita nella quotidianità è scandita da una serie di rigide regole di comportamento non scritte, diverse da quelle dell’”Esteriorità”, del mondo di fuori, che i ragazzi osservano, senza bisogno di imposizioni esterne. Gli educatori sono presenze autorevoli, ma lontane, non incombenti.
La Casa è un internat, un istituto speciale, ma anche un mondo a parte, dove le normali coordinate spazio-temporali si infrangono e il tempo sembra dilatarsi nel non tempo della fantasia e dei sogni infantili. La condizione d’isolamento, di allontanamento dai lacci della quotidianità, offre ai protagonisti, ragazzi forti, veri, ma anche fragili e vulnerabili, la massima libertà nell’esplorazione di se stessi e nell’immersione nelle proprie fantasie. Un giorno trascorso tra le mura un po’ claustrofobiche, ma protettive, della Casa è molto più intenso e avventuroso di un qualunque giorno trascorso nell’Esteriorità; eppure un clima di inquietudine e paura pervade quest’universo magico come sospeso, dove tutto è possibile, incluse la violenza e la morte, ma da cui è doloroso separarsi. Alla fine i ragazzi dovranno scegliere se restare nella Casa o uscirne per affrontare la vita.
Il libro di Miriam Petrosjan, nell’elegante e bellissima traduzione di Emanuela Guercetti, è un affascinante romanzo sul trauma della crescita; sul difficile, crudele momento di passaggio dall’infanzia e dall’adolescenza alla vita adulta, ma anche sulle paure che attraversano tutti noi. Nadia Cicognini



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