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Il giovane Surik e la compassione ai tempi dell'Urss

di Fiammetta Cucurnia
Ljudmila Ulickaja, uno dei migliori autori russi contemporanei, pluripremiata in patria per molte sue opere (come il delizioso Funeral Party), ha impiegato, per sua stessa ammissione, circa diciassette anni a scrivere questo r0manzo, che oggi viene presentato in Italia con la bella traduzione di Emanuela Guercetti.

È una saga familiare costruita attorno alla figura del giovane Surik, rampollo di una genìa di intellettuali nella Mosca degli anni Settanta, cresciuto da una madre debole e da una nonna molto forte, che ha coltivato in lui la dote della compassione. Proprio questa dote, come una condanna, lo renderà molto ambito alle donne che incontrerà lungo la sua strada.

Donne con vite speciali, donne brutte, bruttissime, malate, offese nel corpo e nell'anima, donne disperatamente sole, che cercano in lui il bastone su cui poggiarsi, ma anche l'uomo che possa soddisfare i loro desideri.
Va detto che i dettagli con cui Ulickaja farcisce la storia non avrebbero probabilmente mai potuto affiorare all'immaginazione di un artista non russo, poiché i mille piccoli meccanismi della sopravvivenza raccontati nel romanzo rispecchiano una realtà che più sovietica non si può.
Ma la descrizione dell'umana solitudine e del luciferino cinismo con cui ognuno cerca di combatterla ha una patina più universale, che lascia l'amaro in bocca.


(20 apr 2007)
http://www.kataweb.it/libri/recensione.jsp?nameCat=Repubblica&id=2187020


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