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La casa del tempo sospeso di Mariam Petrosjan

Pubblicato da Mario Bello il 29/07/2011

La casa del tempo sospeso di Mariam Petrosjan

Ho aspettato un po’ prima di parlare di La casa del tempo sospeso, perché quando un romanzo arriva sugli scaffali con il bollino di “caso editoriale” dell’anno bisogna sempre prenderlo con le molle. I critici, si sa, sono facili agli entusiasmi, e le case editrici spesso cavalcano l’onda per promuovere prodotti che poi si rivelano mediocri.

Bene, nel caso di quest’opera complessa di Mariam Petrosjan l’appellativo regge alla perfezione, perché ci troviamo davvero davanti ad un libro raro, di quelli che arrivano in libreria una volta ogni dieci anni almeno. Definire La casa del tempo sospeso un racconto straordinario e pieno di inventiva è quantomeno riduttivo, perché la verità è che qualcosa del genere io non l’avevo mai visto.

Partiamo con il dire che molti hanno categorizzato questo romanzo come “fantastico”, ma dietro gli stilemi di genere ci troviamo invece davanti ad una storia molto cruda e realistica. Protagonisti sono bambini e ragazzi per così dire speciali, ma alla fin fine protagonisti siamo tutti noi, o meglio quel bambino dentro noi che non vuole crescere.

Al centro della storia c’è la Casa del titolo, che si trova in una zona periferica e (si suppone) piuttosto degradata di una città di cui non sapremo mai l’identità. In questa Casa si trovano bambini e ragazzi lasciati dalle loro famiglie perché speciali: c’è chi ha deformazioni fisiche, chi mentali, ma c’è anche chi semplicemente è troppo esuberante e quindi considerato asociale e pericoloso.

Ci sono maschi e femmine, ma vivono rigorosamente separati, salvo alcuni periodi in cui una Legge prevede la possibilità di contatti. La Casa vive di regole tutte sue, che non corrispondono a quelle dell’Esteriorità. I ragazzini le seguono alla lettera e non le discutono, perché è la Casa stessa, attraverso la sua storia, ad averle stratificate.

Nessuno nella Casa è conosciuto con il suo vero nome, perché tutti prima o poi si vedono affibbiato un nomignolo che ne rispecchia la vera essenza e quindi gli eroi protagonisti di questa storia si chiamano Sfinge, Fumatore, Cieco, Morte, Nero, Sciacallo e così via. Gli abitanti della Casa si dividono in gruppi con identità ben precise, e sono spesso in competizione tra loro.

Quel che potrebbe sembrare un mondo di fanciullezza spensierata (pur con tutti i problemi dei ragazzi) non è affatto limpido come appare. Dietro la facciata si nasconde di tutto: la magia, le superstizioni, le vecchie leggende, le lotte intestine, la violenza, il sangue e anche la morte. Nella Casa il tempo si dilata e sembra quasi che l’infanzia debba durare in eterno, ma non è così.

Ecco perché il periodo del Congedo è quello più pericoloso: perché equivale al risveglio dal sonno, dal sogno, e il ritorno ad una realtà d’emarginazione. Questo splendido romanzo corale, che non esito a chiamare capolavoro, parla dell’infanzia, ma anche di quel mondo nascosto dentro di noi che rifiuta di crescere e affrontare la bruttezza del mondo che tutti chiamano realtà.

La casa del tempo sospeso, consigliatissimo a tutti, è edito da Salani al prezzo di € 20,00 (giustificato dal fatto che stiamo parlando di qualcosa come 900 pagine). Mariam Petrosjan, giornalista e intellettuale armena, ha saputo dar vita ad un mondo incredibile, dal quale sarà poi un trauma distaccarsi. Lasciate che il tempo della Casa vi attiri a sé.



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