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Michail Bulgakov: Cronaca di una vita

Esce per Odoya la prima traduzione italiana della biografia definitiva di Michail Bulgakov a firma di Marietta Čudakova, maggiore “esperta bulgakoviana” di tutti i tempi. L’edizione italiana, nella scrupolosa traduzione e curatela di Claudia Zonghetti, ci presenta la versione aggiornata (di prossima pubblicazione in Russia) del testo originale pubblicato in Unione Sovietica nel 1988, in piena perestrojka.

Se Bulgakov è, innanzitutto e soprattutto, l’autore del romanzo eletto da intellettuali e lettori di tutto il mondo a “opera narrativa più significativa del XX secolo” (o semplicemente “il mio preferito”), questa della Čudakova è l’unica biografia capace di ridare letteralmente “vita” al percorso umano e letterario dello scrittore, emblematicamente parallelo a quello artistico e spirituale del suo maestro, sullo sfondo del complesso background storico e sociale che caratterizzò la turbolenta epoca sovietica.

La prima (e ad oggi unica) biografia al mondo a basarsi sull’integrità degli archivi personali dello scrittore, consegnati alle sue autorevoli cure direttamente dalle mani (e dalla voce) della terza e ultima moglie di Bulgakov, cui a sua volta l’autore in punto di morte (1940) aveva affidato il lascito editoriale e morale della sua opera (quasi integralmente inedita), insieme all’ultimo e disperato suo appello: “Che leggano!”.

Nel 2013, caldamente approvata la prima edizione estera del suo imprescindibile saggio, Marietta Čudakova regala al lettore italiano un prologo ad hoc, che condensa in poche pagine di eccezionale schiettezza critica e sorprendente piacevolezza narrativa tutto il senso e la necessità di una vita dedicata ad autentificare le parole di un autore di cui in patria poco o nulla si seppe fino alla dirompente pubblicazione postuma (e censurata!) de Il Maestro e Margherita nel 1966-67. Quando ciò, nella Russia brežneviana, si rivelò inevitabile (nel frattempo in Germania compariva la prima edizione integrale che raccoglieva le pagine espunte dall’edizione sovietica, sparpagliate ad arte e rivendute a caro prezzo dal Governo sovietico agli editori esteri!), l’operazione falsificante dei biografi ufficiali fu quella di preparare – sovieticamente – il terreno a un romanzo che di sovietico non aveva nulla.

Marietta Čudakova rende finalmente “giustizia” alla complessa e anticonvenzionale posizione socio-politica di Bulgakov negli anni della rivoluzione, della guerra civile e del Terrore. Disvelandocene tutti i rimandi letterari a un credo artistico e filosofico talmente potente da travalicare i confini spazio-temporali imposti dall’alto (autorità) quanto dal basso (colleghi e critici, editori e delatori).

Strettezze (e ristrettezze) che portano Bulgakov uomo – e il suo maestro – a una malattia degenerativa che invalida corpo e anima… Dove la nemesi di una redenzione dalle colpe individuali o nazionali può arrivare soltanto insieme alla consapevolezza che… “i manoscritti non bruciano”.



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